mercoledì 10 ottobre 2012

Ontopsicologia e psicoanalisi

“Anche se il futuro riplasmerà o modificherà questo o quel risultato delle sue ricerche, mai più potranno essere messi a tacere gli interrogativi che Sigmund Freud ha posto all’umanità, (…) la sua opera ha lasciato un’impronta profonda, e siamo certi che, se mai alcuna impresa della nostra specie umana rimarrà indimenticabile, questa sarà proprio l’impresa di Sigmund Freud che ha penetrato la profondità dell’animo umano. Noi tutti non potremmo neppure immaginare il nostro mondo spirituale senza la coraggiosa opera che Freud ha svolto nell’arco della sua esistenza”. (T. Mann , dal discorso inaugurale per gli ottant’anni di Freud, in Storia della Psicoanalisi, di S. Vegetti-Finzi, Mondadori, Milano, 1990, pagg. 3-4) “In quanto intacca ogni residua certezza la psicoanalisi è l’ultima avventura della razionalità occidentale, la ristora della sua debolezza e della sua forza. Mentre testimonia il fallimento del sapere scientifico nella sua pretesa di conoscere, possedere e dominare la realtà, comprova, con la sua stessa presenza, della costante tensione in tal senso. La sonda psicoanalitica non solo recupera progressivamente brandelli di impensabile al pensiero, ma rende modificabile ciò che prima sembrava dominato dal caos, tramite la scoperta delle sue leggi regolative”. (S. Vegetti-Finzi, Mondadori, milano, 1990, pagg. 3-4) “Appena un secolo fa Sigmund Freud introduceva nell’ambiente clinico un nuovo modo di curare alcuni disturbi di origine psicosomatica. Prima di lui non si parlava ancora di ‘terapia della parola’. Se un tempo guadagnarsi da vivere ‘parlando’ avrebbe destato parecchi sospetti, oggi gli psicoterapeuti sono guardati con rispetto (…). Il futuro stato dell’arte guarda comunque alla valutione dei risultti nel processo clinico e la sfida prossima è centrata sulla verifica dei dati, sull’accertamento degli interventi e sulla previsione degli esiti per fornire risposte scientifiche all’utenza potenziale del terzo millennio”. (M. Cesa-Bianchi, Presentazione a E. Giusti, Psicoterapie: Denominatori Comuni, Angeli, 1997) “Ho molto rispetto per Freud, Jung, Rogers e tutta la psicologia contemporanea. Sono stati geniali ma alla fine lasciano l’uomo alle soglie d’una tana da cui non si sa se esce un mostro o c’è il caos. Io conosco soprattutto di là, dove è l’in sé operativo delle funzioni esistenziali. Sotto le soglie fenomenologiche dell’io e super-io, si espone la solare positività dell’in sé dell’uomo. Sono il contatto con esso certifica le funzioni del reale e relativi valori eroici per l’individuo. È esso che fornisce il codice d’interpretazione per qualsiasi fenomenologia (…), è l’in sé che concede il ritrovamento del significante e del significato” (Antonio Meneghetti, L’In Sé dell’uomo, Ontopsicologica Editrice, 1981 Roma, pagg 5-6) per approfondimenti sull'ontopsicologia: A.I.O. associazione internazionale ontopsicologia

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