lunedì 15 ottobre 2012

Stress in città? Riducilo con l’ecobiologia - Cucina Viva

Nella loro grande saggezza, gli antichi Romani avevano capito come fosse ristoratrice l’attività campestre, la res rustica, per l’uomo impegnato nella vita pubblica. L’esempio classico è Plinio il Giovane, avvocato e poi procuratore, che ripetutamente nelle Lettere racconta lo svago che gli procurano le sue ville campestri. Qui, egli può dedicarsi alla contemplazione della natura. Oggi, per la maggior parte di noi che vive in grandi città, si può ricorrere a un palliativo, un “orto cittadino” che, nel suo piccolo, porti nella nostra quotidianità un po’ del piacere della res rustica. Può essere una fioriera sul davanzale, una piccola serra ricavata tra due muri confinanti, o un vero e proprio orto per chi ha un piccolo giardino annesso. Nei pochi istanti che ci dedicheremo, ci ricorderà la tranquillità che segue la crescita nel corso della natura, aiutandoci a relativizzare la fretta della vita cittadina. L’orto cittadino è un piccolo momento di ecobiologia, che Antonio Meneghetti nel libro “La Cucina Viva” descrive come “un insieme di più cose ordinate e sincrone [che] insegna a saper vivere con qualità superiore la propria vita, insieme con l’ecosistema naturistico. Insegna quindi a saper connettere il macrocosmo vivente con il nostro microcosmo quotidiano, propone di saper costruire senza distruggere, di usare edilizia, energia organica e una confortevole bioarchitettura secondo logistica di sanità del corpo, e trasparenza viva con la natura.”

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