La telenovela è un racconto seriale che ha lo scopo di tenere desta l’attenzione dei suoi telespettatori e quindi fa un ricco uso di colpi di scena, capovolgimenti imprevisti, indizi premonitori, rivelazioni clamorose e risolutive: la narrazione si interrompe sistematicamente nel punto culminante, quando l’attesa dei telespettatori diventa spasmodica (effetto cliff-hanging).
Questo tipo di serialità ha lo scopo di tenere desta l’attenzione dei telespettatori, creando in loro una forte tensione. La “dipendenza da telenovela” si determina dalla regolarità delle trasmissioni e si comincia a manifestare durante le sospensioni nei giorni in cui il programma non è trasmesso. Alcuni studi ne hanno individuato i sintomi principali: parlare con la TV, evitare di fare qualsiasi attività durante la telenovela o dare ai propri figli i nomi degli eroi televisivi.
Nel libro “Progetto Uomo” di Antonio Meneghetti, leggiamo: “Le telenovelas (…) piacciono tanto perché insistono sui complessi di massa. Il gruppo è sempre lo stesso, burattini che girano attorno ad un teatro con lo scopo di coinvolgere il pubblico sempre sulle stesse cose: aggressività, gelosia, possessività, superbia (…). Questi programmi di massa sono delle messe a punto, dei registratori di complessi. Essi servono a mettere in contatto l’emozione umana con il monitor di deflessione.”
Questo tipo di serialità ha lo scopo di tenere desta l’attenzione dei telespettatori, creando in loro una forte tensione. La “dipendenza da telenovela” si determina dalla regolarità delle trasmissioni e si comincia a manifestare durante le sospensioni nei giorni in cui il programma non è trasmesso. Alcuni studi ne hanno individuato i sintomi principali: parlare con la TV, evitare di fare qualsiasi attività durante la telenovela o dare ai propri figli i nomi degli eroi televisivi.
Nel libro “Progetto Uomo” di Antonio Meneghetti, leggiamo: “Le telenovelas (…) piacciono tanto perché insistono sui complessi di massa. Il gruppo è sempre lo stesso, burattini che girano attorno ad un teatro con lo scopo di coinvolgere il pubblico sempre sulle stesse cose: aggressività, gelosia, possessività, superbia (…). Questi programmi di massa sono delle messe a punto, dei registratori di complessi. Essi servono a mettere in contatto l’emozione umana con il monitor di deflessione.”